Per la nostra cena solo locali chic!

Notizie curiose e non, da commentare insieme

Per la nostra cena solo locali chic!

Messaggioda Bely » lun 26 gen 2009, 17:38

http://www.repubblica.it/ultimora/24ore ... io/3520112

Vietato aprire ristoranti etnici a Lucca. Il nuovo regolamento comunale per bar locali e ristoranti - licenziato in consiglio comunale giovedi' scorso - infatti prevede che, nel centro storico del capoluogo toscano "al fine di salvaguardare la tradizione culinaria e la tipicita' architettonica, strutturale, culturale, storica e di arredo non e' ammessa l'attivazione di esercizi di somministrazione, la cui attivita' svolta sia riconducibile ad etnie diverse". E la norma vale anche in caso di subentro. Tra le prime 'vittime' ovviamente i venditori di kebab, ma di fatto, la regola si puo' applicare anche ad altre cucine, come quella messicana, indiana o francese. A Lucca, quindi, si puo' mangiare solo italiano, anzi, preferibilmente 'lucchese'. In un altro punto, infatti, e' previsto che 'nei menu' deve essere presente almeno un piatto tipico lucchese, preparato esclusivamente con prodotti comunemente riconosciuti tipici della provincia di Lucca'. Ma il Comune, nel varare il nuovo regolamento ha pensato agli arredi, che devono essere 'confacenti al centro storico stesso', e specifica che i locali devono fornire: 'sedie in legno, arredamento elegante e signorile anche nei dettagli', al personale che deve essere 'fornito di elegante uniforme adatta agli ambienti nei quali si svolge il servizio e dovra' essere a conoscenza della lingua inglese.

Ragazzi il 6 marzo... ostriche caviale e champagne! :big
ops no... cose francesi no...

una bella fiorentina?
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Re: Per la nostra cena solo locali chic!

Messaggioda sergio49 » mar 27 gen 2009, 12:08

E questo è l'articolo del Corriere della Sera:

Cronache L'assessore regionale: «È razzismo gastronomico»

E Lucca vieta kebab e cous cous

Nuove norme: via dal centro i ristoranti con piatti «di etnia diversa»
Dal nostro inviato Francesco Alberti


LUCCA — Niente cous cous maghrebino. O pollo al curry made in India. Figuriamoci l'insalata di papaia del Togo. Qui si mangia e si serve italiano. Anzi, rigorosamente lucchese: minestra al farro, castagnaccio, torta co' becchi e via toscaneggiando. E se a qualche ristoratore venisse mai in mente, ma è sconsigliato, di presentare un menù basato su una gastronomia di altri continenti, è caldamente invitato ad inserire nella carta «almeno un piatto tipico lucchese, preparato esclusivamente con prodotti comunemente riconosciuti tipici della provincia». Alla faccia della globalizzazione, e forse anche della libertà di fornelli, la giunta di Lucca (Pdl più lista civica) ha approvato a maggioranza un regolamento comunale su locali, bar e ristoranti che difficilmente passerà inosservato. Di fatto, la nuova disciplina (dalla quale si sono dissociati le minoranze Pd e Prc) tira una riga lunga come un'autostrada sulla speranza di aprire ristoranti etnici in centro storico.

In quella porzione di città, cioè, raggomitolata all'interno della splendida cinta muraria, lunga 4 chilometri e tuttora intatta. La norma è difficilmente equivocabile: «Non è ammessa l'attivazione di esercizi di sommini-strazione, la cui attività sia riconducibile ad etnie diverse ». «Un divieto discriminatorio » ha subito tuonato l'opposizione, con il consigliere pd Alessandro Tambellini. Accusando la giunta di «aver scelto un atteggiamento di chiusura verso le culture diverse, sostituendo alla logica del confronto quella dei no». E ancora: «Il riferimento alle etnie è assolutamente infelice. Cosa vuol dire? Che va bene la cucina francese o tedesca, che appartengono al nostro stesso ceppo, e non l'indiana, la cinese o l'araba?». Pure in Regione la pensano così: «Siamo contrari — dice l'assessore Paolo Cocchi — a forme occulte di razzismo gastronomico ». «Ma quale razzismo! L'unico nostro scopo è quello di tutelare il patrimonio storico del centro»: dalle parti della giunta cadono dalle nuvole, e si arrabbiano anche.

«La norma — spiega l'assessore Filippo Candelise — risale ad una delibera del 2000, che noi abbiamo aggiornato». E comunque, «i divieti riguardano anche pizze al taglio, Mc Donald's, fast food, sexy shop. E non sono applicabili agli esercizi esistenti». Resta quel riferimento alle etnie. «Capisco che possa generare malintesi, ma bisogna considerare che dentro le mura vivono 8 mila lucchesi e ci sono già 5 kebab». E pure il presidente dei ristoratori della locale Ascom, Benedetto Stefani, spezza una lancia in favore della giunta: «Nessuna crociata, si vuole solo tutelare la specificità della nostra cucina, messa in pericolo dalle recenti liberalizzazione del settore ». Il regolamento prevede anche che i camerieri «siano a conoscenza della lingua inglese ». Come si dice bruschetta?


27 gennaio 2009
Sergio
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